Intervista ai Nadàr Solo

Vi proponiamo l'intervista a una delle realtà torinesi più in vista del momento ovvero la band indie rock Nadàr Solo, ha risposto alle nostre domande il cantante Matteo De Simone.

TheMetalUp - Inanzi tutto ti chiedo come mai la scelta del nome ''Nadàr Solo''?

Matteo -  Nadàr Solo è un film argentino diretto da Exequiel Acuna. Racconta la storia di un sedicenne in viaggio per l'Argentina alla ricerca del fratello scomparso da mesi. E' un bel film sul desiderio di crescita e insieme sull'impotenza e sull'apatia della generazione nata alla fine degli anni '80. E poi l'idea di "nuotare da solo" ci è sembrata ottima per rappresentare una rock band di questi tempi...

TheMetalUp - Cosa vi ha spinto ho formare una band?

Matteo - L'amore e l'attrazione sfrenata per la musica e per i concerti. 

TheMetalUp - Per i vostri testi avete un argomento in particolare o vari?

Matteo -  I nostri testi raccontano a volte piccole storie, altre volte non sono altro che suggestioni, immagini, stati della mente e dell'emozione, altre volte ancora piccole riflessioni sul clima culturale del nostro tempo. Li scriviamo sia io che Federico. Io ho forse un approccio più narrativo, lui più immaginifico, ma non è una regola

TheMetalUp -  Cosa vuol dire per voi suonare ''Rock''?

Matteo -  Sudare tanto su un palcoscenico, viaggiare, vivere una gratificante dimensione di gruppo, liberare gli istinti e le passioni più vere. E sentirsi vicini e uniti alle persone.

TheMetalUp - Cose ne pensate della situazione musicale attuale?

Matteo - A livello internazionale c'è una netta separazione tra il mondo del mainstream e quello indipendente. Il mainstream è controllato dalle grandi multinazionali del disco in combutta con radio e televisioni, asseconda il modello capitalista, interpreta gli ascoltatori come consumatori e si fa portavoce di messaggi, subliminali o meno, che, fondamentalmente, predispongono gli ascoltatori all'acquisto di prodotti. Vestiti, trucchi, gioielli, macchine, elettrodomestici, tecnologie, biancheria intima e tutto quel che vi potete divertire a trovare nei videoclip mainstream. Il tutto veicolato, praticamente sempre, attraverso il sesso e l'esposizione del corpo femminile, faccenda anche divertente, certo, per noi maschietti, ma che francamente inizia a diventare un'offesa non soltanto alla dignità femminile, ma alle nostre intelligenze. Il mondo indipendente è generalmente (anche se non sempre) più libero e svincolato, o meglio viaggia su binari che non hanno a che fare direttamente o in primo luogo con l'interesse economico, del singolo o del sistema, ma con la libertà e la bellezza del fare autenticamente e onestamente uno dei mestieri più belli del mondo. In italia è un gran momento per la musica indipendente. Il che, volendo, può anche stare a significare che la gente è stanca di farsi prendere per il culo.

TheMetalUp -  Un posto nel quale vi piacerebbe suonare?

Matteo - Amiamo suonare avunque.

TheMetalUp - Una canzone che suonereste ad ogni concerto, e perchè?

Matteo -  Facciamo sempre Novenovembre, una canzone del nostro primo album. Perché ha segnato l'inizio della nostra "carriera" e perché dal vivo è una cartellata in faccia.

TheMetalUp -  Vorreste mai comporre una canzone per scopi pubblicitari?

Matteo - Tendenzialmente no.

TheMetalUp - Ho saputo che hai scritto un libro ''Denti Guasti'' c'è ne vuoi brevemente parlare?

Matteo -  Denti guasti è un romanzo che parla dell'Italia di oggi, del senso di impotenza e meschinità in cui l'era televisiva ha imprigionato almeno due generazioni e della convivenza, spesso all'insegna dell'indifferenza, tra gli italiani e nuovi gruppi etnici che abitano la penisola. E' un libro gonfio di dolore, ma anche di un latente, potentissimo desiderio di cambiamento.

TheMetalUp -  Come gestite le registrazioni in studio?

Matteo - L'ultimo album l'abbiamo preprodotto "domesticamente" tutti i brani. Poi li abbiamo registrati negli studi di Massive Arts che ha prodotto il disco in un paio di settimane circa.

TheMetalUp - Potete citarci band italiane o straniere che vale la pena ascoltare?

Matteo - Credo personalmente che le cose più significative in ambito italiano negli ultimi anni le abbiano fatte Teatro degli Orrori, Zen Circus e Verdena che non hanno bisogno di essere consigliati. Io ci aggiungerei i Fine Before You Came che ascolto forsennatamente  da un po' di tempo a questa parte. Sono capitanati da Jacopo Lietti che è anche un bravissimo grafico e ha realizzato l'art work di "Un piano per fuggire". Dall'estero viaggiando durante l'ultimo tour abbiamo ascoltato molto Wombats, Strokes, The kills, nick drake, arcade fire, interpol, queens and the stone age, joy formidable e una miriade di altre cose.

TheMetalUp - Quanto credi influisca il download pirata sulla musica?

Matteo - Tanto. Ma non me ne importa niente. Si tratta di sbloccare il mercato live, dar fuoco alla Siae e svincolare i locali dai costi micidiali che sono costretti a sostenere oggi e che impediscono loro di rischiare sulle nuove band. Una band può vivere di concerti e vendere in quel contesto i propri album. Se la nostra musica viene scaricata gratis, piace e la gente viene a sentirci dal vivo, siamo le persone più felici del mondo e ci mettiamo anche in tasca i denari per la sopravvivenza. Che' non si tratta di diventare ricchi. Se uno vuole diventare ricco, magari senza fatica, lasci perdere la musica e se ne vada a giocare in borsa. Oppure anche se ne vada all'inferno.

 TheMetalUp - Progetti per il futuro?

Matteo - Stiamo lavorando al nostro terzo album in studio.

TheMetalUp - Bene, abbiamo concluso, ti lascio un piccolo spazio per dire ciò che vuoi ai nostri lettori...

Matteo - Continuiamo a resistere, le cose stanno cambiando.







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